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La famiglia Dalla Via ha praticato per oltre un secolo la distillazione delle erbe officinali nel proprio laboratorio artigianale, il quale si è ingrandito nel tempo sino a diventare una piccola azienda preziosa per il territorio. Dal 2006, l’intero opificio è stato rilevato da Officina Botanica.

La storia che raccontiamo oggi prende avvio da lontano: siamo in piena Belle époque, sul finire dell’Ottocento, fase che deve il proprio nome ai tanti avanzamenti tecnico-scientifici ed ai conseguenti miglioramenti nella vita di un’ampia fascia della popolazione; ma anche, anzi soprattutto, ad una temporanea assenza di guerre in Europa che rese lo spirito del tempo più lieve, sereno, rispetto certo ai decenni precedenti e senza alcun dubbio rispetto ad un futuro – allora lontano – denso di tragedia: la fine della Belle époque coinciderà con lo scatenarsi del primo, terribile conflitto mondiale. Ma tutto ciò, in quell’anno da cui prendiamo le mosse, era ben lungi da venire. La fiducia in un progresso privo di ombre regnava, i primi apparecchi telefonici e le prime automobili venivano messi a punto, il cinematografo e la radio sarebbero venuti subito dopo.

Ciò che stiamo per rievocare ha inizio appunto nel 1892, quando il signor Angelo Dalla Via e la moglie Rosa De Vicari ottennero la licenza per la distillazione della grappa ed iniziarono tale esercizio presso la propria abitazione di famiglia, nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria in San Benedetto e San Gaetano, nel centro di Malo (Vicenza). L’impianto di distillazione vantava una modesta capienza – 30 litri -, ma venne impiegato quasi da subito anche per il trattamento delle erbe officinali: numerose erano infatti le richieste da parte delle famiglie della zona, paesi circostanti inclusi. Nel cortile della signora Rosa – che nel frattempo era rimasta precocemente vedova – giungevano lungo tutto il periodo estivo i carri dei contadini, con le erbe da deporre sull’aia per metterle ad essiccare. I carri trasportavano una grande varietà di specie, giacché ognuno ne era esperto conoscitore e sapeva per tradizione dove, come e quando raccogliere: ad esempio nei campi e lungo i sentieri su cui transitavano le greggi, dato che le pecore amano brucare i prati ma disdegnano le piante officinali, lasciandole quindi – tra erbe basse e diradate – in bella vista.

«I contadini venivano a casa nostra, depositavano le erbe in corte e attendevano l’essiccazione, per poi finalmente far eseguire la ‘cotta’, loro modo di definire la distillazione» spiega Angelo Dalla Via, nipote dei due fondatori, «e non era infrequente che qualcuno si fermasse a dormire sopra ai propri sacchi vuoti, da noi in distilleria, anche per un’intera settimana. Noi comunque, oltre a questa attività di trasformazione per conto d’altri, naturalmente producevamo anche in proprio». Già, perché nonna Rosa non difettava certo di iniziativa ed aveva messo al lavoro tutta la famiglia nella raccolta, per poi affidare agli alambicchi le proprie ricette: come l’acqua floreale di Melissa – panacea per molti disturbi -, mescolata ad una quindicina di erbe diverse. Assai richiesti erano anche altri preparati, ad esempio l’unguento di purissimo alburno di Sambuco, bollito in olio di oliva, provvidenziale contro le scottature; e l’unguento di arnica, lenitivo dei dolori.

«Nei decenni abbiamo ampliato la produzione» continua Dalla Via, «estendendo via via il numero di ricette: depurativi per il sangue, per il fegato, prodotti per le vie urinarie. All’inizio degli anni Trenta, uno zio aprì a Malo il proprio negozio di erboristeria, che venne in seguito rilevato da mio padre Tarcisio. La svolta si ebbe poi a metà degli anni Settanta, quando il distillatore da 30 litri della nonna andò finalmente in pensione per far posto ad uno con capacità di mille litri, cosa che ci consentì di avviare sei distinte linee di produzione». L’antica erboristeria Dalla Via giunse in quel periodo a rifornire regolarmente con i propri prodotti oltre duecento negozi, in tutta Italia.

Nel 2006, il signor Angelo – prossimo alla pensione – cedette il proprio opificio ad Officina Botanica, che lo estese ulteriormente dotandolo di più moderni macchinari. Un passaggio del testimone che ci conduce ai nostri giorni, ma ci riporta anche ai tempi di nonna Rosa, della quale vengono a tutt’oggi messe in pratica le ricette. Una storia quindi che si perpetua, con radici antiche ma ricca di linfa ancora viva.

 

 

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